Sul conflitto in Medio Oriente

Comunicato SIAC
Tavolo sul Medio Oriente

Di fronte ai molteplici focolai di violenza e distruzione che caratterizzano il nostro presente, la
Società Italiana di Antropologia Culturale intende assumere una posizione chiara, pronunciandosi in
maniera ferma e univoca per l’immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza, nei Territori Occupati
e più in generale nella regione, per la restituzione degli israeliani sequestrati il 7 ottobre 2023, per
la liberazione dei detenuti palestinesi, e per un intervento della comunità internazionale che
favorisca un futuro capace di riassorbire il terribile prezzo di sangue che le popolazioni civili, in
particolare quella palestinese, stanno pagando da decenni.

Nel rispetto delle differenti sensibilità rispetto alle proposte circolate in molte dichiarazioni prodotte
dalle comunità scientifiche e accademiche, tra cui la proposta di boicottaggio delle istituzioni
accademiche israeliane avanzata nella primavera 2024, la SIAC riconosce e promuove la libertà di
espressione dei propri componenti, incentiva il dialogo e il confronto aperto, fondato dal punto di
vista scientifico e metodologicamente orientato.

Interpretando un senJre condiviso delle antropologhe e degli antropologi associaJ, soKolinea
l’importanza di mantenere il dialogo con le forze intelleKuali israeliane che si oppongono alla deriva
genocidaria, e al contempo chiede alle autorità accademiche, di ricerca e imprenditoriali italiane di
sospendere in via precauzionale gli accordi con le isJtuzioni pubbliche e private israeliane e
internazionali coinvolte direKamente o indireKamente con le operazioni contrarie al cessate il
fuoco.

In conseguenza di ciò, auspica che gli accordi di ricerca, scambio e consulenza siano dettati dai
principi della trasparenza, condivisione e informazione, di modo che la comunità accademica, gli
studenti, le studentesse e la cittadinanza in generale acquisiscano una chiara consapevolezza sulle
finalità e gli effetti dei progetti di ricerca di base e/o applicata, nei territori coinvolti in qualsiasi
conflitto bellico. Chiede che tale sforzo conoscitivo tenga conto delle evidenze etnografiche che
restituiscono la complessità e la tragicità dei diversi contesti, con particolare riferimento alla
situazione che si è venuta a creare nel corso dei decenni nell’area israelo-palestinese.

Pertanto, le socie e i soci SIAC si impegnano a lavorare all’’interno dei rispettivi atenei di
appartenenza, per stimolare occasioni di confronto, mettendo le proprie conoscenze e competenze
etnografiche tematiche e territoriali al servizio dell’istituzione, così da poter contribuire alla
determinazione consapevole e informata dell’eventuale sospensione degli accordi istituzionali con
partner accademici e industriali che si discostino dai principi sopra esposti. Le socie e i soci si
adopereranno inoltre per costruire momenti di approfondimento coinvolgendo colleghe e colleghi
esperti e, nella misura del possibile, direttamente toccati dalla condizione di occupazione e conflitto
permanente, di repressione del dissenso, di esilio, di deportazione, promuovendo le voci che si
muovono in nome di un elementare diritto alla vita e alla vita in pace, da qualunque parte
provengano.

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