In ricordo di Sandra Puccini

di Fabiana Dimpflmeier

Venerdì 2 agosto 2024 ci ha prematuramente lasciato Sandra Puccini, antropologa culturale conosciuta a livello nazionale ed europeo per i suoi importanti contributi alla storia dell’antropologia italiana. Nel 1972 si era laureata con Tullio Tentori presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, dove dalla fine degli anni Settanta aveva lavorato dapprima come assistente volontaria e poi come ricercatrice, collaborando con la cattedra di Antropologia culturale ricoperta da Alberto M. Cirese. Ottenuto nel 1995 il posto di Professore associato presso l’Università della Tuscia di Viterbo, vi aveva insegnato Antropologia culturale fino al pensionamento nel 2014.

Autrice di innumerevoli saggi e volumi, Sandra si è distinta tra gli allievi di Cirese per le sue raffinate indagini storiografiche sui padri fondatori primo e tardo ottocenteschi della disciplina, da Cesare Balbi, Domenico Romagnosi, Carlo Cattaneo e Giovenale Vegezzi Ruscalla fino a Paolo Mantegazza, Bartolomeo Malfatti, Angelo De Gubernatis, Giuseppe e Sergio Sergi e Lamberto Loria. Fondamentale rimane la sua antologia L’uomo e gli uomini. Scritti di antropologi italiani dell’Ottocento (CISU, 1991), così come i suoi lavori sui compendi di viaggio (Il corpo, la mente e le passioni. Istruzioni, guide e norme per la documentazione, l’osservazione e la ricerca sui popoli nell’etnoantropologia italiana del secondo Ottocento, CISU, 1998) e sui naturalisti viaggiatori dell’Italia post-unitaria (Andare lontano. Viaggi ed etnografia nel secondo Ottocento, CISU, 1999). Negli ultimi anni si era dedicata ad approfondire la figura di Lamberto Loria, di cui ha ricostruito l’impegno nell’organizzazione della Prima Mostra di Etnografia Italiana del 1911 (L’itala gente dalle molte vite. Lamberto Loria e la Mostra di Etnografia italiana del 1911, Meltemi, 2005) e la pluriennale – e ancora del tutto inedita – esperienza di campo in Nuova Guinea britannica (Nelle mille patrie insulari. Etnografia di Lamberto Loria nella Nuova Guinea britannica, CISU, 2018, con F. Dimpflmeier).

Per lungo tempo unica antropologa nel nostro paese ad aver fatto del passato della nostra disciplina il suo principale campo di ricerca, grazie alla sua immaginifica capacità scrittoria – fluida, intima, avvolgente – Sandra ci lascia in eredità uno spaccato denso e prezioso degli uomini (e delle donne, poche) che hanno fatto gli esordi della riflessione etno-antropologica in Italia, così come una pratica esemplare di ricerca storiografica basata su di un uso diretto e rigoroso delle fonti d’archivio e sulla costante attenzione ai più ampi quadri storico-geografici, intersettoriali e multidisciplinari.

Per una ricostruzione dettagliata del suo percorso scientifico si veda qui (articolo in open access per gentile concessione di Emanuele Paris, Sette Città Editore)

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