Se c’è un fenomeno attuale che invita a prefigurare inquietanti sviluppi futuri, questo è l’espandersi e il diversificarsi delle tecniche d’identificazione. Le procedure biometriche fanno ormai parte della nostra esperienza quotidiana, e le tecnologie che le sorreggono generano definizioni dell’identità che si moltiplicano. Da una parte l’identificazione biometrica basata sulle impronte digitali e/o sulla scansione dell’iride, che riconosce la “uniqueness” dell’individuo mediante la scansione e la codificazione dei tratti corporei che lo distinguono da ogni altro; dall’altra le nuove tecnologie di riconoscimento facciale, che sembrano aprire la strada a forme di fisiognomica sociale e razziale, facendo tornare alla memoria l’antropometria ottocentesca. Accanto a queste tecnologie si osserva il moltiplicarsi di agenzie private o statali dedite alla raccolta di dati bio-molecolari; questi dovrebbero permette d’identificare e classificare popolazioni e sottopopolazioni in base a collezioni di marcatori genetici. Le identità che ne risultano, poiché biologicamente condivise, vengono rappresentate con categorie che appartengono al mondo delle classificazioni sociali – quella di “etnia” in primo luogo.
Si assiste così a un processo di naturalizzazione delle identità che oblitera la persona sociale a favore di un individuo fenotipico (biometria) o genotipico (analisi genomica) di cui catturare i tratti distintivi. Ciò determina trasformazioni importanti di quella che è stata chiamata l’“infrastruttura della cittadinanza” (Breckenridge 2014). Lo si osserva in Africa sub-sahariana e nel Sud Asia, dove la circolazione della biometria e dei metodi scientifici di classificazione delle popolazioni ha una lunga storia coloniale. Sotto l’impulso dei programmi come l’ID4D (Identification for development) della Banca Mondiale, che favoriscono i collegamenti tra imprese informatiche del settore e rappresentanti di Stato, si avvia la “rivoluzione biometrica” del Sud globale (Awenengo Dalberto, Banégas, Cutolo 2018). Se in India il programma Adhaar (Solinas 2010) ha inserito nel suo database le impronte digitali e le iridi di più di un miliardo di persone, in Africa sub-sahariana si moltiplicano campagne di registrazione biometrica della popolazione volte a colmare i gap creati dalla distinzione tra cittadini e soggetti degli “Stati biforcati” coloniali.
L’iscrizione allo Stato civile costituisce evidentemente una base essenziale per l’accesso ai diritti e servizi (cittadinanza, voto, istruzione, sistema sanitario ecc.). Tuttavia, le tecniche biometriche, poiché cancellano la soggettività e il sociale dal setting dell’identificazione, hanno un costitutivo potenziale di sorveglianza che risponde pienamente alle retoriche securitarie attuali. Ne è testimone la presa d’impronte digitali che caratterizza l’identificazione dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo: la registrazione dei loro ID biometrici è ciò che li rende identificabili attraverso le frontiere e sanzionabili nel caso di viaggi non autorizzati. Negli Stati Uniti, l’identificazione mediante telecamere di sorveglianza capaci di operare scansioni a distanza, ha portato alcune amministrazioni a bandire il riconoscimento facciale in quanto lesivo del diritto alla privacy. In Cina, secondo report giornalistici recenti, la Huawei starebbe per consegnare al governo software destinati alla “identificazione etnica”. “Unicità” dell’individuo e classificazioni sociali iniziano dunque a intrecciarsi in nuovi e imprevedibili modi.
Il nostro panel invita i contributi – etnografici, storici, teorici- che focalizzino le tecnologie di identificazione – attuali o passate – e loro implicazioni, al fine di esplorare gli spazi sociali e politici che si situano al crocevia tra identificazione, sorveglianza e diritti.
Keyword: Biometria, identificazione, classificazioni, persona, identità digitali
Riferimenti bibliografici
- S. Awenengo Dalberto S., R. Banégas and A. Cutolo (2018) “Biometric citizenship? Documentary state, identity, and personhood at the biometric turn”, Politique africaine, n° 152, 2018/2, p. I–XXIV
- Breckenridge K. (2014) Biometric State. Cambridge 2014, Cambridge University Press.
- Breckenridge K. (2018) “Etat documentaire et identification mathématique : la dimension théorique du gouvernement biométrique africain » Politique africaine, n° 152, 2018/2, p. I–XXIV, pp.31-50
- Solinas P. G. “Census of India. Demografia, antropologia, genetica », in Popolazione e storia XI, 1.