Il panel intende proporre una riflessione di ampio respiro sulle possibilità ontologiche, epistemologiche, etiche e metodologiche offerte da un’attenzione etnografica e interdisciplinare dedicata ai “futuri” nel contesto della critica alla dicotomia natura-cultura.
La nozione di Antropocene, variamente rideclinata come Capitalocene, Piantagionocene e Chthulucene, ha imposto una riflessione sulla storia bio-sociale del pianeta di lungo periodo in quanto moltiplicazione di scenari passati, presenti e futuri. L’importanza assunta da uno sguardo etnografico attento alla dimensione diacronica si è progressivamente intrecciata con approcci antropologici sempre più focalizzati sulle interconnessioni esistenti tra mondo umano, non-umano e altro-che-umano (Tsing 2015). L’esplorazione degli attuali assemblaggi multispecie attraverso uno sguardo attento al divenire, che sappia cogliere le connessioni tra passati, presenti e futuri possibili appare pertanto come una chiave di lettura di estrema attualità (Haraway 2016).
La discussione sulle temporalità multiple che attraversano le esperienze sociali è di lunga data nella tradizione antropologica, e ha conosciuto diverse interpretazioni, come la prospettiva storicista boasiana o la contrapposizione levi-straussiana tra società “fredde” e “calde”. Tuttavia, l’esperienza dei “futuri” non ha ricevuto la stessa attenzione fino ad anni recenti, quando è finalmente stato posto l’accento sul peso che idee ed esperienze proiettate sui “domani” ricoprono nella costituzione degli “oggi”. Nel testo L’action des faits futurs, scritto nel 1901, Gabriel Tarde già suggeriva l’utilità di riconoscere la simmetria di passato e futuro nell’influenzare i fenomeni bio-sociali del presente. La ridefinizione concettuale, cognitiva ed esistenziale della sequenza passato-presente-futuro la ritroviamo, attualmente, anche in discipline quali la fisica o la biologia, complessificando così la proliferazione delle temporalità, e dunque dei “futuri”, nelle interfacce tra umano, non-umano e altro-che-umano.
In questo panorama, assumiamo qui che le riflessioni sulle temporalità abbiano un ruolo cruciale rispetto alle discussioni critiche sulla separazione natura-cultura, che hanno trovato espressione nei dibattiti sulla svolta ontologica, sull’Antropocene, nelle etnografie multispecie, nell’antropologia della natura o della vita, così come in tutte le altre proposte che ridefiniscono i termini di questa supposta dicotomia. In questo panel, ci proponiamo quindi di riunire suggestioni etnografiche ed interdisciplinari che si interroghino sulle dimensioni ontologiche, epistemologiche, etiche e metodologiche connaturate alla tensione prodotta dalle esperienze dei “futuri”, intrecciate a quelle dei “passati”, entrambi individuali e sociali, in relazione alla costituzione bio-sociale dei “presenti”.
Keyword: Futuri, temporalità multiple, natura-cultura, etnografia, interdisciplinarietà
Riferimenti bibliografici
- Haraway, D., (2016), Staying With the Trouble: Making Kin in the Chthulucene, Durham-London, Duke University Press.
- Tarde, G. (1901), L’action des faits futurs. Revue de Métaphysique et de Morale 9 (2): 119-137.
- Tsing, A. L., (2015), The Mushroom at the End of the World: On the Possibility of Life in Capitalist Ruins, Princeton, Princeton University Press.