Questo panel vuole esplorare immaginazioni e riconfigurazioni di spazi urbani in tempi di cambiamento sociale e politico. In particolare, siamo interessate a comprendere come paesaggi, monumenti e landmarks potenzialmente problematici – statue di figure storiche o architetture di occupazione coloniale – vengano rielaborati e re-immaginati. Campagne recenti come #rhodesmustfall hanno dimostrato con forza come i monumenti urbani testimoni di ingiustizie storiche possano anche diventare siti a partire dai quali articolare nuove politiche e pratiche per un futuro alternativo. In modo simile, i recenti movimenti Black Lives Matter hanno occupato spazi della città in cui le ingiustizie e le disuguaglianze sono imbricate, parte dello stesso tessuto urbano, usando questi stessi spazi per re-immaginare il futuro. Allo stesso tempo, in città segnate da storie di colonialismo o segregazione, hanno luogo riconfigurazioni meno spettacolari a partire da interventi in spazi quotidiani, come miglioramenti delle abitazioni da parte dei residenti, giardinaggio urbano o azioni di quartiere.
Attraverso gesti dirompenti o lotte quotidiane, l’attivismo recente ha messo in scena rappresentazioni sovversive, sfidando disuguaglianze e processi di razzializzazione incorporati nello spazio urbano. La riorganizzazione, lo sconvolgimento o l’eliminazione di icone e simboli visivi coloniali solleva anche la questione di ciò che viene dopo: se gli spazi svuotati da iconografie rimosse possano essere reimmaginati; come tali “vuoti” possano essere interrogati; e le sfide e le opportunità che ciò comporta.
Attingendo all’antropologia dello spazio, della materialità e della temporalità, vogliamo esplorare come i paesaggi urbani non siano fissati nel tempo, ma luoghi affettivamente densi che possono aiutare a costituire un cambiamento sociale e politico. Invitiamo interventi che esplorino etnograficamente il terreno mutevole dei paesaggi urbani, della monumentalità e del patrimonio, interrogando le modalità in cui tali siti possono catalizzare diversi modi di essere nella città, nuovi tipi di politica e socialità, e modi alternativi di guardare al futuro.
Gli interventi potrebbero affrontare (ma non limitarsi a) domande come:
- Come vengono interrogati e messi in discussione landmarks e spazi urbani nelle attuali lotte contro le disuguaglianze socio-razziali?
- In che modo l’estetica delle proteste riconfigura e re-immagina le materialità urbane?
- Come vengono riformulate concezioni del passato attraverso la riconfigurazione dei paesaggi urbani?
- Quali nuovi tipi di spazi, materiali o socialità vengono generati da riconfigurazioni meno spettacolari e interventi quotidiani?
- Come si intersecano pratiche di memoria e placemaking con la decolonizzazione di monumentalità e paesaggi urbani?
- Qual è il ruolo della temporalità in questi contesti? Come vengono percepite e/o messe in discussione questioni come permanenza ed effimerità?
- In che modo architetture, monumenti e paesaggi storici urbani possono catalizzare modi alternativi di immaginare il futuro?
Keyword: afterlife, paesaggi storici urbani, creazioni di futuro, temporalità, lotte politiche
Riferimenti bibliografici
- Gordillo G. 2014. Rubble. The Afterlife of Destruction. Durham: Duke University Press.
- Harrison R., DeSilvey C., Holtorf C., Macdonald S., Bartolini N., Breithoff E., Fredheim H., Lyons A., May S., Morgan J. and Penrose S. 2020. Heritage Futures. Comparative Approaches to Natural and Cultural Heritage Practices, London: UCL Press.
- Smith C. 2020. Nairobi in the Making. Landscapes of time and urban belonging. Oxford: James Currey.
- Stoler A. 2013. Imperial debris. On Ruins and Ruination. Durham: Duke University Press.