La transizione digitale ha ricevuto una netta accelerazione dal distanziamento sociale connesso alla pandemia: educazione e formazione a distanza, smartworking, socialità virtuale intensificata, commercio digitale quasi totalizzante, nuove forme di controllo e amministrazione gestiti dalle ICT, consumi culturali attraverso le piattaforme digitali. Il panel intende esplorare le interazioni tra l’uso delle tecnologie digitali, le metodologie di ricerca e le rappresentazioni di territori e i diversi gruppi socialmente e culturalmente connotati. Come cambia la nozione di comunità in relazione allo sviluppo di strumenti e habitat digitali? In che modo le nuove tecnologie e le learning machines cambiano le rappresentazioni del sapere e dei modi di produrre sapere? In che modo si ridefiniscono i fondamenti epistemologici dei saperi, in particolare quelli basati sulla ricerca sul campo? Come influiscono le piattaforme digitali e i nuovi media e social networks nei processi partecipativi di inventariazione e autorappresentazione?
I centri di ricerca multidisciplinari più avanzati insistono negli ultimi anni sull’importanza dei thick data nella disamina dei big data, dell’approccio etnografico per analizzare le implicazioni e le criticità della grande mole di informazioni conservate, organizzate e gestite dai grandi repositories globali, dei bias e delle informazioni errate o perdute nei processi di sintesi, riconoscimento ed elaborazione da parte delle AI (sistemi di riconoscimento e predittivi affidati alle learning machines, processi di catalogazione). Al tempo stesso riflettono sempre più spesso sull’idea stessa di limite: tra l’umano, l’essere vivente e senziente e la macchina, tra spazio ‘reale’ e spazio ‘virtuale’ in un tempo segnato da ambienti sempre più simulativi, da esperienze digitali anticipatorie, supplementari o sostitutive dell’esperienza concreta. Tra le riflessioni probabilmente più stimolanti in merito troviamo gli studi che tentano di comparare la relazione tra gruppi umani e artificial intelligence sollecitandola attraverso i temi e le domande prossime alla interspecies ethnography o la cosiddetta post-human anthropology: come si definisce la soggettività? dove risiede l’agency? A cosa agganciamo l’idea stessa di essere senziente? L’etnografia può rappresentare un dispositivo interpretativo potente per sfidare i limiti e i rischi di approcci pregiudiziali e massimalisti alle nuove tecnologie e al loro impatto socio-culturale.
Keyword: Etnografia, Territori virtuali/Habitat digitali, Limite, Intelligenza artificiale, Big data e dati densi
Riferimenti bibliografici
- J.-F. Bonnefon, I. Rahwan (2020). Maching Thinking, Fast and Slow. Trends in Cognitive Science. 24(12):1019–1027
- Miller, D. & H. Horst 2012. The digital and the human: a prospectus for digital anthropology. In Digital Anthropology (eds) H. Horst & D. Miller, 3-36. Oxford: Berg.
- Pink, S., H. Horst, J. Postill, L. Hjorth, T. Lewis & J. Tacchi 2016. Digital ethnography: principles and practice. London: Sage.
- Hjorth L., H. Horst, A. Galloway & G. Bell (eds), The Routledge companion to digital ethnography, New York: Routledge.