Call for papers: Antropologia e politiche pubbliche

Da tempo è maturata in ambito internazionale una densa riflessione antropologica sui processi di governance e sulle politiche pubbliche, intese come policies. Punto di forza dell’antropologia delle policies è stato quello di denaturalizzare la presunta neutralità delle politiche e cogliere l’impatto dei suoi dispositivi sui contesti beneficiari, anche dal punto di vista dei vari attori, incoraggiando gli antropologi a convergere nella comprensione di fenomeni (sviluppo, migrazioni e asilo, aiuto umanitario, welfare, burocrazia, salute, ecc.) che sono stati spesso confinati a distinti ambiti sub-disciplinari. Se questo ha contribuito a un’analisi multi-scalare e multifocale delle politiche, la riflessione si è arricchita anche grazie ad approcci e posizionamenti diversi. Mentre alcune prospettive hanno enfatizzato la forza pervasiva prodotta dai discorsi, saperi, categorizzazioni istituzionali e “audit cultures” (Strathern 2000) sui processi redistributivi della ricchezza e le forme di sofferenza che colpiscono i destinatari delle politiche, altri studi hanno interpretato le politiche come processi produttivi, dinamici e contestuali attraverso cui una pluralità di attori locali e internazionali costruiscono alleanze, mediazioni e mobilitano risorse per riappropriarsi di discorsi e riposizionarsi nelle arene politiche.

Alimentare un dibattito, da una prospettiva comparativa, su questi diversi orientamenti è un obiettivo di questo numero. Sul solco di queste traiettorie di studi, il numero vuole invitare l’antropologia italiana ad aprire uno spazio di confronto sui diversi modi di esplorare e concettualizzare le politiche pubbliche a partire da differenti campi di ricerca e studio.