Negli ultimi decenni, la diffusione mondiale dei movimenti per la giustizia climatica ha riposizionato la crisi ecologica al centro delle preoccupazioni dell’opinione pubblica, proprio mentre i dibattiti accademici su Antropocene, sostenibilità, estrattivismo, economia circolare e decrescita travalicavano gli ambiti specialistici. Tuttavia, malgrado la crescente consapevolezza di vivere in un pianeta danneggiato, rimane una questione aperta capire come immaginare e dare concretamente forma a futuri alternativi sostenibili, basati su una radicale ridefinizione delle relazioni ecologiche tra umani e non umani.
A livello istituzionale, le politiche e gli orientamenti nazionali e sovranazionali sottolineano l’esigenza pressante di sistemi economici più “sostenibili” dal punto di vista ambientale. La pandemia da Covid-19 ha dato ulteriore slancio alla narrativa sulla “transizione ecologica” volta a progettare e orientare la conversione “verde” della tecnologia per la produzione energetica e agro-alimentare, per i trasporti e le telecomunicazioni. Un tale processo di ristrutturazione sta ridisegnando la domanda crescente di risorse “naturali”, incidendo profondamente su attività come l’estrazione mineraria, l’agricoltura e la pesca. Ciononostante, la geografia diseguale dell’estrazione globale, che sostiene materialmente i processi di conversione tecnologica, è spesso occultata da continui riferimenti all’economia digitalizzata, alla mobilità elettrica e alla decarbonizzazione intesi come pilastri cruciali della “transizione ecologica”. Le innovazioni tecnologiche appaiono come un modo per risolvere problemi specifici senza mettere in discussione – quando non rafforzando – disuguaglianze e violenze sociali, economiche e ambientali.
Questo panel si propone di esplorare il volto nascosto della “transizione ecologica”. Sono benvenute proposte che esaminino come i processi di ristrutturazione “verde” configurino nuove frontiere di espropriazione e accumulazione, mantenendo intatte le premesse della crisi attuale. In questa ottica, sono incoraggiate proposte con un taglio etnografico che affrontino le contraddizioni e le complessità alla base della costruzione sociale e materiale dei futuri in/sostenibili e che esplorino cosmologie alternative o immaginari e pratiche non capitaliste di sostenibilità e di transizione equa e giusta. Tra i potenziali temi di analisi:
• la costruzione sociale e politica di risorse definite come “verdi”, “pulite” o “equo-solidali”;
• il ruolo di specifiche innovazioni tecnologiche nella narrazione sulla “transizione ecologica”;
• il modo in cui le politiche sulla sostenibilità influenzano economie, regimi lavorativi e ambienti;
• la moralizzazione ambientale delle “risorse naturali” (secondo una logica di costi e benefici per il futuro del pianeta);
• pratiche e narrazioni non estrattive o “post-estrattive” volte a riconfigurare le relazioni tra umano e non-umano;
• frizioni e conflitti generati dalle contraddizioni della “transizione ecologica”.
Keyword: crisi ecologica; disuguaglianza socio-ambientale; estrattivismo e post-estrattivismo; relazioni umano/non-umano; sostenibilità