Il concetto di libertà è stato per molto tempo assente dalla lista delle priorità antropologiche. Lo si è considerato troppo ideologicamente connotato dalle pretese di una superiorità occidentale sul resto del mondo per diventare utile nello studio delle società e culture non-occidentali. I pochi tentativi fatti hanno fallito nell’animare gli accesi dibattiti che hanno invece contraddistinto altre nozioni chiave nella storia occidentale (come famiglia, stato o religione). Questa tendenza è di recente mutata.
La guerra di “liberazione” americana contro il terrorismo, la diffusione mondiale di tecnologie di sorveglianza, il fascino emancipatori del Pentecostalismo in Africa e America latina, la crisi finanziaria del 2008 e la demistificazione dell’ideologia neoliberale di una prosperità infinita e universale che aveva sostenuto l’espansione capitalistica mondiale per almeno tre decenni (per citare solo qualcuno fra gli eventi recenti) hanno alimentato una nuova consapevolezza antropologica dell’importanza che il concetto riveste sul piano analitico (e politico). Laddove Aiwa Ong (2006, Experiments with freedom) ha messo in guardia contro l’ethos neoliberale di un soggetto che si autogovernerebbe, Saba Mamhood (2011, Politics of piety), Lila Abu-Lughod (2015, Do Muslim women need saving?) e James Laidlaw (2014, The subject of virtue: an anthropology of ethics and freedom) hanno inaugurato un’antropologia dell’etica capace di portare alla luce la costruzione contingente del sé in contesti diversi. Moises Lino e Silva and Huon Wardle (2017, Freedom in practice) hanno promosso la considerazione comparativa del nesso fra autonomia, libertà, auto-determinazione e pratica di governo su livelli analitici distinti. Qui, proponiamo una prospettiva dal basso, contestuale e pragmatica al concetto di libertà. Le discussioni antropologiche sui grappoli di significati associati alla libertà dovrebbero ricordarsi dell’ (il)-libertà. Accogliamo contributi che esplorino la variabilità geografica e storica di entrambi i concetti. Siamo interessati ai processi, ai discorsi e alle pratiche che presiedono alla fabbricazione di soggetti “liberi” all’interno di repertori morali, normativi e socio-economici specifici. Nel processo contano le aspettative future così come la negoziazione e il conflitto rispetto alle eredità passate. L’etnografia restituisce la pluralità delle situazioni contemporanee, mentre l’“archivio antropologico” (documentazione missionaria, fonti coloniali, resoconti etnografici, etc.) offre lo spunto per apprezzare gli incontri ineguali fra “tradizioni” occidentali e indigene, globali e locali, dominanti e alternative della libertà. In questo caso, uno sguardo attento ai “futuri nel passato”, i.e. gli orizzonti aperti in uno specifico periodo storico che successivamente si materializzarono (oppure si chiusero), aiuta a considerare le dimensioni orientate al futuro della nozione e delle esperienze di libertà. Keyword: libertà, soggetto, processi, grappoli di significato, incontri ineguali