P40: Sulla costruzione del soggetto libero: eredità passate, aspettative future

On the making of free subjects: past legacies, future expectations

Alice Bellagamba (Università di Milano Bicocca), Guido Zingari (Università di Torino)

Lingue: Italiano e inglese

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Italiano

Il concetto di libertà è stato per molto tempo assente dalla lista delle priorità antropologiche. Lo si è considerato troppo ideologicamente connotato dalle pretese di una superiorità occidentale sul resto del mondo per diventare utile nello studio delle società e culture non-occidentali. I pochi tentativi fatti hanno fallito nell’animare gli accesi dibattiti che hanno invece contraddistinto altre nozioni chiave nella storia occidentale (come famiglia, stato o religione). Questa tendenza è di recente mutata.
La guerra di “liberazione” americana contro il terrorismo, la diffusione mondiale di tecnologie di sorveglianza, il fascino emancipatori del Pentecostalismo in Africa e America latina, la crisi finanziaria del 2008 e la demistificazione dell’ideologia neoliberale di una prosperità infinita e universale che aveva sostenuto l’espansione capitalistica mondiale per almeno tre decenni (per citare solo qualcuno fra gli eventi recenti) hanno alimentato una nuova consapevolezza antropologica dell’importanza che il concetto riveste sul piano analitico (e politico). Laddove Aiwa Ong (2006, Experiments with freedom) ha messo in guardia contro l’ethos neoliberale di un soggetto che si autogovernerebbe, Saba Mamhood (2011, Politics of piety), Lila Abu-Lughod (2015, Do Muslim women need saving?) e James Laidlaw (2014, The subject of virtue: an anthropology of ethics and freedom) hanno inaugurato un’antropologia dell’etica capace di portare alla luce la costruzione contingente del sé in contesti diversi. Moises Lino e Silva and Huon Wardle (2017, Freedom in practice) hanno promosso la considerazione comparativa del nesso fra autonomia, libertà, auto-determinazione e pratica di governo su livelli analitici distinti. Qui, proponiamo una prospettiva dal basso, contestuale e pragmatica al concetto di libertà. Le discussioni antropologiche sui grappoli di significati associati alla libertà dovrebbero ricordarsi dell’ (il)-libertà. Accogliamo contributi che esplorino la variabilità geografica e storica di entrambi i concetti. Siamo interessati ai processi, ai discorsi e alle pratiche che presiedono alla fabbricazione di soggetti “liberi” all’interno di repertori morali, normativi e socio-economici specifici. Nel processo contano le aspettative future così come la negoziazione e il conflitto rispetto alle eredità passate. L’etnografia restituisce la pluralità delle situazioni contemporanee, mentre l’“archivio antropologico” (documentazione missionaria, fonti coloniali, resoconti etnografici, etc.) offre lo spunto per apprezzare gli incontri ineguali fra “tradizioni” occidentali e indigene, globali e locali, dominanti e alternative della libertà. In questo caso, uno sguardo attento ai “futuri nel passato”, i.e. gli orizzonti aperti in uno specifico periodo storico che successivamente si materializzarono (oppure si chiusero), aiuta a considerare le dimensioni orientate al futuro della nozione e delle esperienze di libertà. Keyword: libertà, soggetto, processi, grappoli di significato, incontri ineguali

English

For long, the concept of freedom was not an anthropological priority. Too ideologically overloaded by the claims of the “West” to stand above “the rest”, it was considered deceiving in the study of non-western societies and cultures. The few attempts made never ushered the heated debates that invested other key-notions in the history of the West (such as family, state or religion). Of late, this trend has changed.
Since the early 2000s, a new anthropological awareness of the analytical (and political ) relevance of freedom has raised out of the American “freedom” war against terror, the world-wide spreading of surveillance technologies, the appeal of Pentecostal spiritual liberation in Africa and Latin America, the 2008 financial crisis and the demystification of the neo-liberal promises of a never-ending and universal prosperity that sustained capitalist expansion for at least three decades (to quote but a few recent events). While Aiwa Ong (2006, Experiments with freedom) has cautioned against the neoliberal ethos of self-governing subjects, Saba Mamhood (2011, Politics of piety), Lila Abu-Lughod (2015, Do Muslim women need saving?) and James Laidlaw (2014, The subject of virtue: an anthropology of ethics and freedom) have paved the way to an anthropology of ethics able to uncover the contingent construction of selves in different contexts. Moises Lino e Silva and Huon Wardle (2017, Freedom in practice) have inaugurated the comparative assessment of the interlacements among autonomy, freedom, self-determination and governance at distinct analytical levels.
Here, we promote a bottom-up, pragmatic and contextual approach to freedom that accounts for variations within and among contexts. Anthropological discussions on the clusters of meaning associated with freedom should not forget about unfreedom. We welcome contributions that explore both concepts across cultures and histories. We are interested in the discourses and practices that attend to the making of “free” subjects under specific moral, normative and socio-economic circumstances. Future expectations are as relevant to the process as negotiation and conflict over past legacies. Fresh ethnography casts lights on the plurality of contemporary situations, while the “anthropological archive” (missionary records, colonial sources, ethnographic accounts, etc.) can provide a basis to appreciate the unequal encounters between western and indigenous, global and local, dominant and alternative “traditions” of freedom. In this case, a close look at the “futures in the past”, i.e. the horizons open in a specific historical period which later materialized (or rather closed down), helps to consider the future-oriented dimensions of the notion and experiences of freedom.
Keywords: freedom, subject, processes, clusters of meaning, unequal encounters

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