Verso quale futuro? Etnografia, media digitali e migrazioni
Panel 18 / Quarto Convegno Nazionale SIAC “Il ritorno del sociale”, Sapienza Università di Roma, 21-22-23 settembre 2023
Proponenti: Bruno Riccio (Università di Bologna), Chiara Pilotto (Università di Bologna), Giovanna Santanera (Università di Milano – Bicocca)
Discussant: Pietro Cingolani (Università di Bologna)
Abstract
Il panel si propone di riflettere sul rapporto fra futuro e tecnologie digitali a partire dalle pratiche mediatiche dei migranti. Parti integranti della vita quotidiana, smartphones, internet e social networks favoriscono la circolazione di parole, immagini, suoni e affetti, alimentando lo spazio sociale transnazionale che si costruisce attorno all’esperienza della migrazione e della diaspora. Queste reti di relazioni interpellano il posizionamento dei migranti nelle società d’arrivo, fatto anche di violenza istituzionale, incertezza giuridica e precarietà socio-economica, e di origine, caratterizzato spesso da aspettative da soddisfare e responsabilità da onorare. Accanto a uno spazio “pubblico” virtuale, i social media contribuiscono a creare una temporalità “pubblica” che investe la costruzione di sé tanto sul piano individuale che collettivo. Attraverso le pratiche digitali si muovono speranze, desideri, progettualità personali e politiche, ma anche paure e obblighi sociali e morali che connettono la vita quotidiana a diversi modi di immaginare il futuro. Ancorandosi a ricerche etnografiche, il panel intende rispondere a queste domande: Quali prospettive di desiderio e futuro l’uso dei social media contribuisce a generare (o inibire)? Come cambia di conseguenza l’esperienza del tempo presente? Quali forme di immaginazione sociale e di soggettività politica possono emergere? Che contributo può offrire l’antropologia allo studio di questi mondi sociali in divenire?
Keywords: migrazioni, media digitali, pubblico, futuro, soggettività politica
Lingue accettate: Italiano / English / Français
Sessione I
Venerdì 22/9/2023, ore 9.00-10.45, aula II Facoltà, Primo piano
Giovanna Santanera (giovanna.santanera@unimib.it) (Università di Milano Bicocca), Cercare la fortuna su Facebook? Alcune riflessioni sull’uso dei social media fra richiedenti asilo politico dall’Africa occidentale a Torino
In questa presentazione mostrerò come alcuni richiedenti asilo politico dall’Africa occidentale, che hanno vissuto in centri di accoglienza nell’area torinese, manipolano la loro presentazione di sé online, nel tentativo di dischiudere un futuro positivo in Europa. Adottando un punto di vista emico, mostrerò che il successo del progetto migratorio richiede un’armonia spirituale che può essere raggiunta coltivando buone relazioni sui social media con la famiglia al paese di origine e con i propri pari in Italia. Queste considerazioni saranno messe in connessione con la pratica – sempre più diffusa in Europa fra gli organismi che valutano le domande di protezione internazionale – di accedere ai social media dei richiedenti asilo allo scopo di scovare indizi e prove che possano attestare la veridicità della storia raccontata in sede di audizione, implicando una concezione della presentazione di sé online come finestra trasparente sulla vita.
Chiara Pilotto (chiara.pilotto5@unibo.it) (Università di Bologna), Catturare il presente, sentire il futuro: circolazione video, razzismo e affetti nella vita diasporica dei migranti africani in Italia
Il paper analizza le modalità attraverso cui i migranti africani producono e fanno circolare materiali audiovisuali che catturano immagini del razzismo quotidiano di cui si trovano ad essere vittime. La discussione ha l’obiettivo di guardare a questi video come a nuove modalità attraverso cui l’esperienza del razzismo si rivela in primo luogo una modalità del sentire, che unisce il vissuto individuale ad una condizione affettiva collettiva, evocata e ricomposta proprio attraverso la produzione digitalizzata dei video e la loro circolazione tramite i social media. Il paper unisce all’analisi dei contenuti audiovisuali un’attenzione alle modalità di circolazione e condivisione dei video stessi, focalizzandosi sugli effetti/affetti prodotti da questi scambi, che sono oggi favoriti dalle tecnologie digitali e dalla connettività ad internet. Raccogliendo i contributi dell’antropologia dei media e delle migrazioni, l’indagine etnografica si focalizza sulla combinazione dei diversi modi di produrre, far circolare e recepire le immagini in uno spazio sociale transnazionale online. La riflessione ha l’obiettivo di andare oltre un’analisi del rapporto fra visualità e “razza” basato sui concetti di rappresentazione e contro-rappresentazione, e intende esplorare piuttosto le forme di sensorialità, sensibilità e costruzione del sé che emergono dalla congiuntura fra vita diasporica, violenza del quotidiano e immaginazione sociale.
Arianna Giorgini (arianna.giorgini2@studio.unibo.it) (Università di Bologna), Migrazioni e digitale. Etnografia di progetto: nuovi orizzonti tra processi d’integrazione e nuove tecnologie
Le innovazioni digitali sono ormai da tempo un tema centrale all’interno delle agende politiche dell’Unione Europea soprattutto per quanto riguarda i fondi dedicati alla Ricerca e Sviluppo. Negli ultimi anni l’innovazione tecnologica ha iniziato a essere accostata a questioni riguardanti l’integrazione territoriale, l’accessibilità ai servizi e la partecipazione delle persone migranti alla vita sociale. È possibile riuscire a progettare interventi sociali volti a facilitare l’interazione tra migranti e territorio tramite i mezzi digitali? Con il seguente intervento si cercherà di riflettere sul tema della progettazione europea rivolta alle persone migranti, riportando i risultati di una etnografia di progetto, svolta tra il 2022 e il 2023. L’indagine ha avuto come oggetto una piattaforma per migranti pensata per agevolare l’orientamento ai servizi sul territorio bolognese. L’etnografia ha seguito tre azioni di ricerca con l’obiettivo di analizzare lo sviluppo del progetto e il suo impatto sul territorio, la linea di finanziamento Horizon 2020 e l’utilizzo delle nuove tecnologie da parte delle persone migranti. La congiunzione tra i digital migration studies, come lente per scorgere dinamiche insite nei processi migratori, e l’etnografia di progetto, come metodo di valutazione dei progetti d’innovazione e ricerca, ha fatto emergere un tracciato teorico congruente nel quale l’antropologia può essere pensata come strumento incisivo nelle pratiche di progettazione sociale.
Sessione II
Venerdì 22/9/2023, ore 11.15-13.00, aula II Facoltà, Primo piano
Raul Zecca (raul.zecca@unimib.it) (Università di Milano Bicocca), L’arte seduttiva del chapeo attraverso i media digitali come rivendicazione di soggettività e possibilità di emancipazione tra le giovani haitiane dei bateyes dominicani
La proposta intende contribuire alle riflessioni del panel in oggetto attraverso l’esperienza caraibica della diaspora haitiana in Repubblica Dominicana, portando l’attenzione sulle dinamiche di utilizzo degli smartphones e, in particolare, dei social media da parte delle migranti haitiane nel contesto dei bateyes dominicani, insediamenti rurali di origine coloniale legati alla storia del sistema di piantagioni schiavista che ancora oggi ospitano migliaia di braccianti impiegati nei lavori agricoli dell’economia saccarifera nazionale. Ricorrendo a dati etnografici raccolti sul campo tramite osservazione partecipante e interviste in profondità, si mostrerà come la condizione di estrema marginalizzazione e precarietà socio-economica, oltre che giuridica, prodotta dall’intersezione di discriminazioni di razza, classe e genere – costitutiva e strutturale di questa specifica realtà, ma strategicamente promossa per fini politici ancora oggi –, determini nelle giovani ragazze di origine haitiana nate nei bateyes aspirazioni e rivendicazioni di soggettività che trovano nei media digitali possibili canali di emancipazione individuale, in particolare attraverso la ricerca di partner occasionali interessati a prestazioni sessuali virtuali o, auspicabilmente, di turisti cui potersi offrire come mogli nella speranza di un visto per l’Europa o gli Stati Uniti.
Milena Greco (milena.greco@unina.it) (Università di Napoli Federico II), Associazionismo migrante e social network. Esperienze a confronto fra spazi locali e transnazionali
Questo intervento intende riflettere sul ruolo svolto dai social network in ambito migratorio mettendo a confronto le esperienze di immigrati di diversa provenienza, con eterogenei modelli e percorsi migratori. In particolare, a partire da una net ethnography, condotta nella prospettiva dell’antropologia visuale, fra le pagine Facebook delle principali associazioni filippine e senegalesi della città di Napoli, sarà indagata la relazione fra uso dei social network e associazionismo migrante. Si andrà ad evidenziare da un lato, come le modalità di utilizzare e rapportarsi ai social rispecchino le specificità, le caratteristiche delle associazioni stesse e i loro differenti modi di posizionarsi fra spazi locali e globali, dall’altro come tali network rappresentino, per i migranti, luoghi di visibilità sociale e virtuale, in cui poter ridefinire e restituire una nuova immagine di sé, collettiva e individuale, sia rispetto alla società di accoglienza, sia lungo traiettorie transnazionali. Offrendo nuove possibilità comunicative e relazionali, per altro, i social riflettono identità e culture ibride, rivendicazioni politiche, appartenenze religiose, reti sociali, aprendo inedite prospettive all’indagine antropologica. La ricerca, accanto ad una etnografia di rete nella prospettiva dell’antropologia visuale, ha previsto interviste a immigrati e informatori privilegiati ed attività di osservazione partecipante nell’ambito delle associazioni filippine e senegalesi.
Francesco Bachis (francesco.bachis@unica.it) (Università di Cagliari), Costruzione del sé e immaginari transnazionali nelle pratiche mediatiche dei giovani venuti dalla migrazione su TikTok
I social network sembrano rappresentare uno dei mezzi di espressione più utilizzati dai giovani venuti dalla migrazione in Italia (le cosiddette “seconde generazioni”). In particolare, TikTok ha visto l’affermazione di alcuni di loro su un piano nazionale e talvolta internazionale. Pur nella notevole diversità stilistico-contenutistica, solo in parte leggibile tramite le diverse traiettorie di mobilità, la loro produzione emerge come pratica di soggettivazione attraverso il rovesciamento degli stereotipi sulla migrazione e la messa in questione (e spesso in ridicolo) da un lato delle politiche di esclusione, dall’altro di alcune retoriche del multiculturalismo. A partire da una prospettiva di social network ethnography che interroga queste pratiche come forma di costruzione del sé e tentativo rivendicazione di una “voce subalterna”, l’intervento intende prendere in esame uno specifico modello di video-meme (“what-people-think-i-do-what-i-really-do”) nelle produzioni che si rivolgono – direttamente o indirettamente – alle famiglie e più in generale ai paesi “d’origine” dei giovani. In queste pratiche mediatiche e nella loro circolazione, l’uso dell’ironia, dell’esagerazione dello stereotipo e del suo rovesciamento sembrano far emergere un tentativo di intervenire sulle aspettative intorno alla migrazione, da un lato alimentando un inside joke tra i giovani, dall’altro contribuendo a riconfigurare immaginari sulla migrazione negli spazi sociali transnazionali.